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Paternò: “Non particolarmente interessante…” secondo la guida Lonely Planet. Il presidente dell’Archeoclub scrive all’autore Cristian Bonetto.


Gentile Cristian Bonetto, e p.c. alla Lonelyplanet Italia
Le scrivo nella qualità di Presidente dell’Archeoclub d’Italia | sezione Iblamajor di Paternò.
Le scrivo per invitarla a visitare questa città – posta ad ovest di Catania – che a suo parere appare «non particolarmente interessante».
Almeno cosi leggiamo noi e tutti i lettori internazionali, che fruiscono della prestigiosa guida “Sicilia” della Lonely planet. In particolare lo leggiamo a pag. 186 – parte curata proprio da Lei, nell’ IV edizione Italiana, maggio 2017 tradotta dall’originale inglese Sicily (7ª edition, January 2017).
Mi rendo conto delle difficoltà, nel descrivere un luogo, dovute all’esigenza di sintesi che il prodotto editoriale impone. Le difficoltà nel reperire le documentazioni, che non sono sempre disponibili e delle criticità, che soffocano alcune realtà urbane: come l’accessibilità dei luoghi, dei servizi e delle informazioni. Un problema diffuso in moltissime realtà descritte nella guida, a cui questa terra – la Sicilia – deve porre rimedio. Tuttavia la città di Paternò è un atlante di storia e di risorse monumentali, naturalistiche e antropologiche straordinarie e le informazioni sintetiche che lei propone al turista sono inesatte e forvianti. La città non nasce attorno al castello – che è collocato fuori dal centro originario come vuole la tradizione militare normanna. Ruggero non lo costruisce per combattere i saraceni, ma per controllare il territorio e per questo costruisce i castelli di Motta Sant’Anastasia, Paternò e Adrano, lungo la valle del fiume Simeto, fino a collegare tutto con il Castello Ursino a Catania. Il castello non viene ricostruito, ma si adatta alle diverse funzioni nel tempo, modificando aperture e decori. Quello che rimane è proprio il Donjon, nella sua configurazione originaria – tipica architettura militare normanna – nel frattempo monumentalizzato, perché il tessuto urbano adiacente è stato eliminato. La città è citata da diversi autori greci e latini, forniva la cavalleria all’esercito di Dionisio di Siracusa e contava molti monasteri, tra questi anche una domus templare. La sua posizione strategica – lungo una via romana, poi diventata via Francigena – la rendeva una delle città più importanti del territorio con un suo attracco portuale al fiume Simeto che era navigabile. Attualmente si stanno effettuando scavi e ricerche per far emergere più chiaramente il tessuto urbano originario sull’acropoli alta che conteneva templi e aree sacre. La stessa acropoli – collocata su un vecchio vulcano – ha registrato diversi fenomeni di vulcanesimo secondario sulla sommità, ma il più importante è quello delle “salinelle” poste a nord della collina storica. Fenomeni oggetto d’interesse della comunità scientifica internazionale. La città dopo la fase greco romana ha vissuto momenti di grande splendore e per questo è stata abitata da Ruggero, Federico II, Eleonora d’Angò e nel 1337 è morto Re Federico III d’Aragona. Molte sono le chiese realizzate dopo il terremoto che ha distrutto il Val di Noto alla fine del XVI secolo. Potrei continuare a descrivere altre ricchezze e i tanti tesori che questa città conserva ma mi piacerebbe farlo di persona con Lei. Ovviamente quello che Le chiedo è di modificare la descrizione nella guida e per questo mi sono permesso di proporle una soluzione possibile.
Queste sono le versioni 2015 e 2017 di 59 e 54 parole.
«Dirigendosi a ovest di Catania sulla SS121 arriverete a Paternò. Una cittadina non particolarmente interessante costruita intorno all’imponente castello normanno. Originariamente eretto nel 1072 come difesa contro i saraceni, il castello è stato ricostruito varie volte nel corso dei secoli ma oggi rimane solo il torrione. Più che l’edificio in sé ciò che colpisce è la splendida vista sull’Etna. (59 parole, 2015) (in grassetto le informazioni che ritengo non congruenti) «Dirigendosi a ovest di Catania sulla SS121 arriverete a Paternò. Una cittadina non particolarmente interessante ma costruita intorno a un castello normanno. Eretto nel 1072 come difesa contro i saraceni, il maniero è stato ricostruito varie volte nel corso dei secoli: oggi rimane solo il torrione e la vista spettacolare che spazia fino all’Etna.» (54 parole, 2017) (in grassetto le informazioni che ritengo non congruenti) (Pag 186, Sicilia, Lonely planet; Sezione curata da Cristian Bonetto IV edizione Italiana, maggio 2017 tradotta dall’originale inglese Sicily (7ª edition, January 2017)
Io le propongo questa versione che contiene solo 57 parole: Dirigendosi a ovest di Catania sulla SS121 arriverete a Paternò. Una città ricca di storia. Costruita sopra un antico vulcano, da cui si gode la vista della valle del Simeto e dell’Etna. L’acropoli, ha testimonianze grecoromane, arabe e normanne. Da vedere: il castello, i monasteri, le chiese barocche, i musei e il fenomeno delle acque sulfuree delle “salinelle”. (57 parole 2019)
Certo di un suo accoglimento le rinnovo l’invito a venirci a trovare. Cordialmente, Francesco Finocchiaro
In attesa, distinti saluti
Paternò 04 luglio 2019
p. Il Direttivo dell’Archeoclub d’Italia, sezione Ibla Major di Paternò
IL PRESIDENTE
Arch. Francesco Finocchiaro

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Vincenzo Anicito

Esteta, curioso, intrigante, riflessivo, odia gli stereotipi, ama Paternò e il Paternò calcio, il paesaggio al tramonto, il mare d'estate dopo le 19:00 e dormire con il rumore della pioggia

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