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Filippo Condorelli candidato al Senato per “Noi Con l’Italia – UDC”

Il capolista al Senato di Noi con l’Italia è il dott. Filippo Condorelli, esperto di politica locale, che si sta spendendo per poter rappresentare degnamente il territorio a Roma.

-Dottore Condorelli, perché la sua candidatura al Senato della Repubblica?

“Oggi la mia candidatura è frutto di un progetto civico che vede protagonista tutte quelle persone che trovano ancora il coraggio di credere in un cambiamento moderato ma al contempo rivoluzionario e rinnovatore, di tutti coloro che hanno il coraggio di vedere il mondo in maniera diversa, con gli occhi di chi crede ancora di poter cambiare le cose, certo, ammetto che alcune volte il cambiamento fa paura ma solo chi abbraccia quella lucida follia di rinnovamento radicale e crede di poter cambiare il mondo lo cambia davvero. Lech Walesa tempo fa disse che bisogna avere dei “politici con una visione e non dei politici in Tele-visione”, oggi succede qualcosa di simile con l’unica differenza che siamo costantemente rapiti da degli schermi, televisivi e non, che ci fanno dimenticare quanto possa essere emozionante un giro in bicicletta, le meraviglie, forse per me un po’ nostalgiche, del Simeto o molto più semplicemente giocare sotto questo cielo azzurro con i propri nipoti, in questo mondo così caotico l’uomo spesso non vede l’infinita meraviglia della semplicità. Ecco, la mia è una campagna semplice, degli amici, una famiglia che combatte per un comune obbiettivo… Noi con l’Italia, nel senso a fianco all’Italia che ci chiede una mano per contrastare, come disse Guccini: “L’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto”.

-Lavoro, quali soluzioni vede per questa situazione ormai precaria?

“Il lavoro oggi è una delle più grandi sfide in questo paese e forse ancora di più in questa nostra martoriata Regione Siciliana, oggi le principali fonti di investimento scappano dal nostro paese e con esse purtroppo anche i nostri ragazzi, in cerca di fortuna vanno altrove e sono costretti ad abbandonare le proprie famiglie. Tutti sanno, e se così non fosse mi sembra doveroso ricordarlo, che la nostra isola possiede già una forma di autonomia in quanto a “Statuto Speciale”, detto ciò la nostra autonomia è parzialmente anche di natura fiscale ed economica; cioè prevede che la totalità delle imposte riscosse in Sicilia dovrebbe rimanere nell’isola. Ai sensi degli articoli 36 e seguenti del proprio Statuto (Legge Costituzionale n.2 del 26 febbraio 1948) la Regione siciliana è dotata di completa autonomia finanziaria e fiscale. Ogni anno lo Stato Italiano sarebbe tenuto a fornire un ammontare da stabilirsi, con piano quinquennale, di denaro pubblico proveniente dalle altre Regioni per finanziare la Sicilia, così come stabilito dall’art. 38 dello Statuto della Regione Siciliana. Lo Stato verserà annualmente alla Regione, a titolo di solidarietà nazionale, una somma da impiegarsi, in base ad un piano economico, nella esecuzione di lavori pubblici al fine di bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in confronto della media nazionale. Altro aspetto importante è contenuto nell’Art.37 dello Statuto della Regione Siciliana: per le imprese industriali e commerciali che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi e tale imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima. In poche parole, se tale contributo, che ricordiamoci viene dettato dalla Regione, fosse più basso della media Nazionale gli investitori sarebbero spronati da una minore tassazione ad investire nell’Isola e, qualora andasse a produrre una riduzione dell’utile vi sarebbe il finanziamento dello stato a pareggiare i conti, ciò porterebbe di nuovo lavoro nell’isola e moltissimi posti di lavoro per i siciliani. Purtroppo oggi tali norme se non vengono rispettate vengono adottate in parte e ciò non permetterebbe un piano Marshall per il Sud ed il Mezzogiorno.”

-Secondo lei Dottore Condorelli, come è possibile migliorare la qualità nella scuola e nell’Università?

“Oggi è una priorità per la scuola sentirsi parte di una famiglia più allargata che non si chiama semplicemente Europa ma deve bensì essere aperta a tutte le differenti culture che popolano questo meraviglioso pianeta, oggi bisogna rilanciare l’Università Italiana per farla tornare piattaforma primaria di formazione ed aprire collaborazioni con tutte le realtà che ci circondano. Oggi un altro grande problema è il precariato, il quale dovrà avere un azzeramento progressivo al fine di aumentare gli standard italiani che per molti rimangono ancora una eccellenza ma che se non migliorati costantemente tra poco potrebbero pure non rimanere tale, oggi bisogna dare sostegno ad ogni forma di aggiornamento meritocratico del personale scolastico al fine di dare nuovamente centralità al rapporto docente-studente nel processo formativo. Oggi bisogna anche aggiornare il piano di edilizia scolastica al fine di rendere più sicura la scuola dove i bambini passeranno le loro giornate ed abolire le “anomalie” e “storture” della legge impropriamente detta “Buona scuola”. È altresì necessario incentivare le competizioni pubblico-privato a parità di standard e dare sempre una maggiore libertà di scelta per le famiglie nell’offerta educativa”.

-Oggi la nostra terra vive anche di Agricoltura, come incentivare l’Agricoltura nel nostro paese?

“Oggi siamo di fronte al più grande paradosso economico della storia, un marchio invidiato da tutti come il Made in Italy non si vede tutelato sufficientemente dalle leggi estremamente rigide dell’Unione Europea che spesso è più stimolo di critica che di unione come era stata idealizzata, oggi la tipicità delle produzioni agricole e agroalimentari deve essere da modello per tutta la comunità e ciò potrà accadere solo se tale tipicità viene tutelata. Oggi una regolamentazione eccessiva va ad ostacolare lo sviluppo ed una politica di austerità va ad asfaltare la volontà di produrre. L’unicità dei prodotti “Made in Italy” e “Made in Sicily” forse troppo invidiata oggi si vede ostacolata da troppe scartoffie burocratiche mentre bisognerebbe tornare alla terra, alla bellezza dei consorzi che permettono un mercato libero e non offuscato da una apparente libertà”.

-Cosa si augura per il Territorio?

“In una parola: Rispetto! Una politica più responsabile e rispettosa del territorio che porti al rafforzamento delle autonomie locali ed un modello di federalismo responsabile che armonizzi la maggiore autonomia prevista dal titolo V della Costituzione e già più volte richiesta da alcune regioni in attuazione dell’articolo 116, portando finalmente in conclusione le trattative aperte tra Stato e Regioni”. -Dottore Condorelli, da specialista nel settore come andrebbe ad incrementare la qualità della Sanità in questo paese? “Sicuramente aumenterei la libertà di scelta per le famiglie nell’offerta sanitaria incentivando delle competizioni pubblico-privato a parità di standard, riporterei la medicina a quel rapporto centrale e quasi religioso, ma purtroppo dimenticato da un mondo sempre più di corsa, tra il medico ed il proprio paziente nel circuito dell’assistenza sanitaria. In realtà, la sanità italiana oggi a nostro onore et Onere è una tra le migliori e più invidiate ed è per ciò che bisogna sostenere continuamente delle campagne di aggiornamento e la meritocrazia nel mondo sanitario in quanto ogni paziente affida al proprio medico ciò che ha di più prezioso, cioè la propria salute”.

-Come mai dottore la scelta di Noi con l’Italia?

“Oggi come non mai il popolo ha la necessità di essere rappresentato e dinanzi alle richieste di un popolo che chiedeva una rappresentanza territoriale che venisse dal popolo per il popolo Noi con l’Italia ha accolto queste voci, le liste di Noi con l’Italia sono liste scelte dalla volontà territoriale, fatta da gente che giornalmente si confronta con esso e che cerca insieme al popolo di migliorare le cose tramite le vostre idee, delle idee semplici che partono dalla necessità di migliorare e migliorarsi, quella stupenda voglia di crescere insieme, di andare nel vento e riaprire le ali ad una Nuova Alba, un cammino da fare insieme senza mai dimenticarci del Futuro!”.

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Vincenzo Anicito

Esteta, curioso, intrigante, riflessivo, odia gli stereotipi, ama Paternò e il Paternò calcio, il paesaggio al tramonto, il mare d'estate dopo le 19:00 e dormire con il rumore della pioggia

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