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Dopo 24 anni, il Paternò può nuovamente giocarsi la vittoria della Coppa Italia
Tifo Paternò sin da quando ero bambino, la maglia rossazzurra è la sola che conosco, cioè da quando mio papà mi portava con sè a bordo campo, durante le gare del mio Paternò, ed ho sempre seguito la mia squadra del cuore sia in casa, che fuori casa, prima nelle vesti di appassionato e tifoso, quindi poi successivamente in quelle di cronista. Sono tante le partite del Paternò che ho visto, e davvero poche quelle che ho saltato ed ho sempre accettato il verdetto espresso sul campo, a volte con rammarico, altre con gioia e soddisfazione, perchè le emozioni che mi trasmette il mio Paternò, non sono minimamente paragonabili, con quelle che possono dare una squadra di serie A o che viene vissuta con alternanza e non 365 giorni all’anno come la mia. Ma, c’è il risultato di una partita che non ho mai accettato e che tuttora rimane un incubo, per chi come me l’ha vissuto in prima persona, ma non perchè in quel caso perdemmo ai rigori, ma soltanto perchè fummo letteralmente defraudati di una vittoria meritata, a causa di una serie di fattori negativi, che portarono gli avversari a superarci, nonostante fossero decisamente inferiori a quel Paternò! E’ il 26 febbraio del 2000, ci troviamo a Cefalù per la finale di Coppa Italia di Eccellenza e Promozione (prima il formato prevedeva la partecipazione di formazioni di entrambe le categorie), a contendersi il trofeo ci sono Paternò e Orlandina. La squadra rossazzurra, del Presidente Marcello Bue e del ds Ciccio Sotera, era formata da giocatori di grandissimo valore come Pagana, Del Vecchio, Cristaldi, Bosco, Condorelli, Gaddi, Sapienza, Galvagna, Scalia, D’Antone, Gianguzzo, Carlo Viola, Buglio e Scudieri e con Campanella in panchina, arrivarono a questo appuntamento da favoriti, nel loro cammino surclassarono tutte le avversarie tra cui Termitana, Palagonia e non ultimo il Giarre, squadra con cui diede vita ad un bel duello per il primato in classifica, vincendo sia all’andata, che al ritorno. L’Orlandina vivacchiva invece tra il 6° e 7° posto, ma l’anno precedente, era arrivata 2° ed aveva superato il Paternò negli spareggi nazionali dopo 2 pareggi. La gara, a differenza di adesso non si giocò nel campo della vincitrice dell’anno precedente, ma vigeva il criterio del campo neutro a metà strada, il che presumeva che si svolgesse a Taormina, ma quest’ipotesi venne scartata, per Caltanissetta. All’ultimo secondo anche “Pian del Lago” venne scartato e la gara si giocò al “Santa Barbara” di Cefalù, struttura rinnovata, ma che presentava un terreno di gioco pessimo e ricco di buche, insomma, non proprio l’ideale per una squadra tecnica come il Paternò. La gara diretta dal signor Fabio Cigna di Palermo si rivelò un vero e proprio assedio per tutto il tempo da parte dei rossazzurri, i quali però non riuscirono a sfondare il muro degli orlandini, o quanto meno ci riuscirono in una occasione, ma l’arbitro decise di fare il protagonista, annullando un gol regolarissimo. Nella fattispecie il portiere dell’Orlandina Genovese e il difensore Falanca, nel tentativo di fermare un pallone che stava giungendo a Pagana, si scontrarono, la palla arrivo al nostro giocatore, che la raccolse e la depositò in rete. Insomma il più facile dei gol, ma proprio sul più bello, l’arbitro Cigna annullò la rete, inventandosi una presunta spinta di Pagana sul difensore, annullando così una meritata vittoria. La gara proseguì con tante altre decisioni negative contro il Paternò e si arrivò ai calci di rigore, Alfio Scalia, uno che forse non aveva sbagliato mai un calcio di rigore, calcio fuori il primo, ma subito dopo Falanca colpì la traversa. Dopo 5 calci di rigore, la situazione era ancora in parità, quando ad oltranza venne il turno di Sapienza, che era un difensore e per giunta under, il quale si fece respingere la conclusione, quindi Emanuele, che peraltro era stato colui che la stagione precedente aveva segnato il gol, che permise all’Orlandina di passare il turno negli spareggi contro il Paternò, segnò il gol decisivo e decretò la sconfitta più immeritata della storia del Paternò! Sono passati 24 anni da quel triste pomeriggio di Cefalù, ho sempre pensato che la possibilità di riscattarci da quell’incubo non sarebbe arrivata mai, ma il Paternò di quest’anno è qui, è riuscito a raggiungere la finale e domani avrà la possibilità di vincere questa benedetta Coppa, riparando così a quel torto e scacciando una volta per tutte questo dannato incubo che mi tormenta da 24 anni. Io ho fiducia in mister Raciti e in mister Truglio, ho piena consapevolezza che Salvo Maimone scenderà in campo per vincere, così come lo farà Alejo Romano, Angelo Panarello, Abdulkarim Sangarè, Christos Intzidis, Mattia Fratantonio, Alessio Asero, David Valenca, Carmelo Greco, Giuseppe Viglianisi, Nicholas Micoli, Luca Belluso, Giuseppe Grasso, Giuseppe Giannaula, Michael Napoli, Giorgio Coriolano, Mirko Messina, Antonino Virgillito, Alessio Catania, Giovanni Lo Monaco e gli squalificati Salvo Mollica e Lorenzo Godino. Il Paternò merita di vincere questa Coppa e domani alle 15 allo stadio “D’Alcontres-Barone” di Barcellona Pozzo di Gotto, scenderà in campo contro la Supergiovane Castelbuono, per vincere questo trofeo! Forza Paternò!