Caro prof. Tomasello, così come amavo chiamarti, mi hai colto di sorpresa anche questa volta, ma lo hai fatto come non avrei mai voluto che ciò avvenisse. Te ne sei andato in punta di piedi, come tuo solito, lo hai fatto con garbo e quasi senza disturbo, ma non sai minimamente il vuoto che hai lasciato a questa città e a chi ti ha voluto bene ed ammirato come il sottoscritto. Ricordo ancora le tue parole, quando scrissi i primi numeri del nostro giornale, quando a chi muoveva delle critiche, tu rispondevi: “magari sapessi fare tu, quello che Vincenzo ha saputo fare a 25 anni”. Adesso che di anni ne sono passati 22 e nel frattempo ho apprezzato la tua preziosa collaborazione, sento di poterti ringraziare pubblicamente, perché eri una fonte inesauribile di aneddoti, notizie e curiosità. Sai cosa ho apprezzato di te in particolare? Il tuo spirito critico, la conoscenza politico-culturale della nostra città, di cui tracciavi un quadro limpido, perfetto in ogni sua critica. Paternò da oggi é orfana di uno dei suoi figli più intelligenti, ed io personalmente, ho sperato fino alla fine, che potessi riprenderti, per poter tornare a conversare di questa amata/odiata città. Mi mancherai, ma posso dirti che i tuoi suggerimenti non saranno mai dimenticati. Ora riposa in pace caro amico mio, mi dispiace non aver potuto accontentarti nell’esecuzione di alcune foto che ti giovavano per il tuo prossimo libro. Perdonami, ma il tuo nome resterà a eterna memoria in questa città, come esempio di studioso, critico e amante di Paternò.
Ciao Nino, riposa in pace!
Il tuo amico Vincenzo Anicito