Paternò SportSport
19 anni fa il Paternò approdò in serie C1
Il 9 giugno 2002, il Paternò, sfidando ogni logica esistente, approdò in serie C1, superando in finale playoff il temibile Foggia. Quel giorno, i 7000 spettatori presenti allo stadio Falcone-Borsellino” impazzirono di gioia, ma fu tutta la città ad esaltarsi, con una festa che durò per giorni e settimane. Il risultato sportivo, coincideva infatti, con il riscatto sociale di tutta la comunità, che vedeva nella sua squadra di calcio, il meccanismo per ergersi alla ribalta nazionale. Paternò, grazie alle imprese sportive della sua squadra, che come ricordiamo, fu selezionata come la “Migliore d’Europa” per gioco espresso, crebbe in importanza e proprio quel giorno, finalmente si poté notare uno spirito univoco di condivisione dell’amore verso la propria città. Oggi, in tanti infatti, con orgoglio, dicono: “Quel giorno, io c’ero!”. Tornando al lato sportivo, come non dimenticare i protagonisti di questa impresa, cioè coloro i quali sono stati i protagonisti di questo sogno, partendo da Marcello Lo Bue, Direttore Generale e patron della squadra, passando per il mister Pasquale Marino, che grazie a questo sensazionale risultato, fu proiettato verso le categorie maggiori del calcio italiano. Quindi dal capitano e simbolo della squadra Peppe Pagana, il quale ha sicuramente incarnato lo spirito di rivalsa di questo contesto e seppur ha poi successivamente indossato altre maglie sia da giocatore, che da allenatore, resterà sempre personificato come il condottiero del Paternò! Ma il Paternò di quel 9 giugno, è anche la squadra di Nicola Polessi, il quale trovò proprio qui la sua dimensione, rendendosi protagonista di un campionato avvincente e ricco di soddisfazioni, continuando per Rocco Napoli, il bomber promozione e di Gaetano Calvaresi, autore di ben 16 gol in campionato, proseguendo per l’immenso Gianluca Musumeci, cioè il giocatore tecnicamente più valido del sodalizio, nonchè per il sette polmoni Gaetano Calà Campana e di un grande regista a centrocampo come Massimo D’Aviri. E poi la difesa con un giocatore, con cui avremmo voluto condividere questo ricordo, ma che purtroppo non c’è più, come il grande Vincenzino Del Vecchio, il quale assieme all’arcigno Nino Di Dio, al pratico e veloce Angelo Tasca, al grintoso Seby Sapienza e all’insuperabile Giuseppe Del Giudice, costitutiva un reparto eccezionale. E come non menzionare Umberto Brutto, giocatore dalle mille risorse, oppure Giampiero Clemente “il Pescatore di Perle”, o Manolo Liberati, Dino Arcidiacono, Giuseppe D’Antone, Gaspare Cacciola, Genny Del Prete, Nagib Sekkoum, Fabio Speranza, Marco Fina, Alessandro Zumbo e non ultimo Franco Pannitteri, bomber nella stagione precedente ed autore di 1 gol in questa magnifica annata. A questi si aggiungeva un pubblico eccezionale formato da una tifoseria organizzata, in cui Mario Ciaramella, Biagio La Delfa e Tony Pesce, erano dei leader carismatici e genuini ed una società perfetta in ogni senso, formata da Salvo Milici, Maurizio e Franco Lo Bue, del direttore sportivo Ciccio Sotera, del segretario Claudio Cammarata e del vulcanico e indimenticato signor Marletta. E come non menzionare lo staff tecnico, che vedeva oltre a Marino, l’allenatore in 2° Angelo Sciuto, il preparatore atletico Giovanni Petralia, l’allenatore dei Portieri Aldo Aiello, il Dirigente Accompagnatore Pippo Pecorino, massaggiatore Pietro Dispinzeri e l’immancabile magazziniere Pippo Garufi. Una bella storia che proseguì per altri due anni, poi come al solito, la politica non fu capace di supportare questo grandissimo veicolo di propaganda per la città, e ridiscese l’oblio… Oggi, lo stadio non è cambiato di una virgola rispetto a quel giorno, anzi è peggiorato, la squadra è in serie D, grazie ai virtuosismi di un grande presidente come Ivan Mazzamuto e la città sembra aver dimenticato, che per un giorno, il 9 giugno 2002, fu orgogliosa della sua squadra di calcio e che rappresentasse Paternò in tutta Italia!