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E’ colpa della natura o dell’uomo?

Dopo l’intensa pioggia caduta durante la scorsa domenica ed i relativi danni provocati in città, in tanti si sono posti questo interrogativo, per capire se tutti questi disservizi si potevano evitare. Le immagini che i tanti cittadini hanno postato sui social, sui relativi problemi avuti, hanno fatto il giro del web, tra un vero e proprio lago in via Gessai, il solito fiume in via Vittorio Emanuele, le fontane zampillanti di piazza Vittorio Veneto, l’immancabile cascata in via Luigi Pirandello e le rapide di via Fiume, confermando sempre più quella che è la storia idrogeologica di questa città. La Paternò nei secoli scorsi era stata identificata con l’appellativo di “Civitas Fertilissima” per sottolineare non solo la qualità dei propri terreni dediti all’agricoltura, ma anche per l’abbondanza di acqua. In particolar modo, diverse zone della città, anticamente erano solcate da dei canali, compresa piazza Indipendenza, che era infatti chiamata “Piazza Canali”, questo perchè si rendeva necessario, far defluire l’acqua fino al Simeto. Con l’evoluzione dell’Urbanistica, soprattutto con le costruzioni dissennate compiute nel periodo tra il XIX e XX secolo, il cemento prese il posto dei canali naturali, col risultato che basta una forte pioggia per far diventare Paternò, Venezia in miniatura! Tutto questo, potrebbe essere evitato con un servizio di smaltimento delle acque reflue efficiente, ma sappiamo benissimo, così come dimostrato dai tanti video dei paternesi, che i tombini sono saltati, perchè privi di interventi di manutenzione seri ed efficaci. La natura in tutto questo non ha assolutamente colpa, perchè anzi è stata magnanima con la nostra città, donandoci un terreno rigoglioso di acqua ed una terra fertilissima, semmai è stato l’uomo che la continua a distruggere, modificando a suo piacimento aspetti del territorio, che poi si traducono in disagi verso i cittadini! Fermo restando, che è decisamente impossibile rivedere i canali in piazza Indipendenza e via dicendo (anche se una soluzione, ad esempio come Scicli sarebbe l’ideale, ma difficile da attuare), quanto meno sarebbe opportuno pulire le caditoie, i tombini e le condotte di smaltimento delle acque reflue, che poi proprio queste potrebbe utilizzare un sistema di raccolta, da utilizzare nei terreni agricoli, ma purtroppo questa è fantascienza per la nostra città, dominata da menti ottuse e politici poco lungimiranti!

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Vincenzo Anicito

Esteta, curioso, intrigante, riflessivo, odia gli stereotipi, ama Paternò e il Paternò calcio, il paesaggio al tramonto, il mare d'estate dopo le 19:00 e dormire con il rumore della pioggia

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