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COMUNICATO CONGIUNTO – TIFOSI DEL PATERNÒ CALCIO

Riceviamo e pubblichiamo:
“Altro che scuse.
L’unico comunicato che si potrebbe davvero fare sarebbe quello di denunciare, con forza, l’infinita serie di errori e menzogne che questa società ha prodotto nel tempo, perdendo la credibilità e il rispetto di una piazza importante e blasonata come Paternò.
Non basterebbe un libro intero per elencare tutte le fesserie dette e fatte fino a oggi.
A parte qualche giornalista disposto ad ascoltarli soltanto per raccogliere l’ennesima bugia o scusa e che continua a dare voce a dichiarazioni infondate, l’intero panorama sportivo siciliano conosce ormai la realtà dei fatti: una gestione definita da molti come improvvisata, caotica e, in alcuni casi, ai limiti della trasparenza con una totale mancanza di rispetto verso la città e i suoi tifosi.
Il Paternò calcio ad oggi è succube di una società di gente poco seria
Molti si chiedono, perché, ad esempio, non viene chiesto alla società per quale motivo non esista ancora una pagina di comunicazione ufficiale? In un’epoca in cui chiunque, anche chi non ha grandi conoscenze digitali, riesce ad aprire un profilo social, risulta inspiegabile l’assenza di un canale di informazione chiaro e diretto con i tifosi.
Il paradosso assoluto: la scorsa domenica giocando in casa, il tifoso del Paternò per assistere alla partita è stato costretto a fare il biglietto dai canali della squadra ospite, la Vigor Lamezia.
Non meno gravi sono le segnalazioni relative all’organizzazione delle trasferte. I giocatori sarebbero stati costretti a raggiungere la Campania con automobili guidate da loro stessi, senza un pullman o un mezzo ufficiale messo a disposizione dalla società. Con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista del rendimento sul campo. Una situazione paradossale, considerando che qualunque gruppo amatoriale riesce oggi ad affittare un autobus per una gita o una trasferta sportiva.
Altre criticità riguardano la gestione sanitaria e logistica. I calciatori sono costretti a vivere in stanze (sgabuzzino) di un hotel con poco igiene e poca pulizia. Neanche nei peggiori accampamenti. Gli stessi calciatori, a pranzo e a cena sono stati costretti a chiamare Delivery. Fino a poche settimane fa, durante le partite, quando un calciatore si infortunava, a intervenire in campo era spesso il medico della squadra avversaria, con il rischio di multe e sanzioni. Solo dopo l’intervento dell’assessore comunale la situazione sarebbe stata risolta. In alcuni allenamenti, inoltre, si sarebbe registrata la mancanza di un fisioterapista, e persino l’assenza di acqua da bere negli spogliatoi, costringendo la squadra a condizioni inaccettabili e poco dignitose non soltanto per un campionato di calcio ma ancor più nel rispetto del principio della dignità della persona umana. La squadra, secondo quanto riferito da diverse fonti, si allena appena tre volte a settimana, un ritmo che corrisponde a una squadra che disputa un campionato di prima categoria.
Per non parlare delle bugie di Enna e delle promesse infrante della prima conferenza stampa. Dai filmati visionati a Dubai per selezionare i calciatori alle ambizioni da serie A.
Solo tanto fumo negli occhi della gente che vive di passione per i colori rossoazzurri.
Non bastasse, la società avrebbe diffuso comunicati che, di fatto, infangano l’immagine della città, come nel caso della fantomatica inagibilità dello stadio, una notizia poi smentita dai fatti. Dichiarazioni superficiali e prive di fondamento che non fanno altro che minare ulteriormente il rapporto di fiducia con i tifosi.
Le criticità sono tante, e gli episodi da raccontare richiederebbero pagine intere di riflessione. Tuttavia, ciò che emerge con chiarezza è il bisogno urgente di una svolta: trasparenza, rispetto, competenza e amore per la maglia devono tornare al centro del progetto sportivo e del legame con la città”.
I TIFOSI DEL PATERNÒ