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Mili Marina: Garden, fra degrado e sport

Struttura fatiscente, nella gara di ieri un ferito in "tribuna"

Inadeguato. Una sola parola per descrivere il “Garden Sport” di Mili Marina (Me) teatro non solo di gare e manifestazioni sportive ma anche di spiacevoli episodi. Condizioni della struttura che nulla hanno a che vedere con il concetto di civiltà. “Assistere alle partite è una condanna, un’agonia che dura 90 minuti” – così tuonavano alcuni presenti, ieri, in occasione della gara valevole per la 26^ giornata di campionato d’Eccellenza B, Pistunina – Paternò Calcio.

Struttura che predispone a mille pericoli chi intende assistere alle partite o si trova lì per lavoro. I muretti che fungono da spalti si sgretolano sotto i piedi, camminarci è un’impresa; gli operatori e vide-operatori della stampa sono invece costretti a fruire di strutture fatiscenti e pericolosissime per poter svolgere dignitosamente il proprio lavoro. Presente, per l’appunto, una sorta di soppalco instabile e pericolosissimo. Se decidi di non salire su (peraltro saresti costretto ad arrampicarti come fossi una scimmia) e andando a piazzare la video-camera  al di qua della rete, si profileranno diverse opzioni: salire su un trattore, trovare una barca, oppure, recarti dall’altro lato del rettangolo di gioco ed accedere a quella che viene definita dai padroni di casa “l’area riservata alla stampa” (bisogna farsi accreditare per entrarvi) che altro non è che aperta campagna. Degrado su degrado che porta addetti ai lavori, dirigenti e sostenitori a mettere a rischio la propria incolumità.

Ieri per non andare troppo lontani, un operatore, mentre camminava sopra i gradini laterali al campo, ha visto sotto i suoi piedi sgretolarsi parte del muretto e perdere rovinosamente l’equilibrio. Per lui ferite ed escoriazioni alla mano ed al viso. Insomma un incubo, altro che piacevole giornata di sport o di lavoro!

Vero è che le autorità competenti disponevano che “la gara sarebbe stata disputata in assenza di pubblico in quanto struttura priva di autorizzazioni”  ma allo stesso tempo come si fa a vietare al pubblico di assistere alle gare se di fatto non esiste un impianto? Il “Garden Sport” è praticamente sospeso tra mare e terra, non è e non può essere definito un impianto sportivo. Dunque, se privo di autorizzazioni perchè insistere e costringere società, squadre e sostenitori a queste pessime condizioni? Se non autorizzato allora perchè la Lega permette che si disputino gare di un certo calibro? Impossibile ogni divieto, seppur scritto sulla carta, non ci sono controlli, non c’è un minimo di accenno alla parola sicurezza, neanche nelle casacche degli “addetti alla sicurezza” che ieri, oltre ad aver disturbato il regolare svolgimento della gara, si sono resi protagonisti di risse ed episodi di inciviltà nei confronti della squadra ospite. Da qui, peraltro, gli otto minuti di recupero concessi dal direttore di gara nella prima  frazione di gioco.  E pensare che in questo campo gioca le sue gare interne il Città di Messina che sta ad un passo e mezzo dalla serie D. Insomma, una indecenza tout court.

 

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